LA STRAORDINARIA STORIA DELLA MINI:1959-1962
(Fonte: http://www.clubminidellostretto.it)
Fino alla metà degli anni 50 non era possibile acquistare in Inghilterra un’auto piccola e accessibile a tutti. A cambiare le cose fu l’ingegnere Alec Issigonis, il geniale responsabile del reparto design del gruppo automobilistico British Motor Corporation.
L’ingegnere scomparso nell’ottobre 1988, creò la piccola grande vettura inglese che influenzò e continua ad influenzare la moda in Europa e non solo. Riuscì in questo progetto con pochi soldi e tante idee realizzando un capolavoro preso poi a modello da altri costruttori.
Issigonis era nato a Smirne in Turchia nel 1906 da padre greco e madre tedesca. Nel 1923 si trasferì a Londra dove studiò ingegneria. Da studente lavorò presso un garage di Londra dove venivano preparate autovetture da corsa. Nel 1928 fu assunto come disegnatore presso un’azienda meccanica e nel 1933 passò alla Humber, un’industria automobilistica, oggi scomparsa, per occuparsi di sospensioni.
Infine nel 1936 approdò alla Morris, settore progettazione, e la grande occasione gli si presentò nel dopoguerra: gli fu affidato lo studio di una vettura utilitaria di grande serie che poi sarebbe diventata la Minor 1000, prima vettura inglese costruita in oltre 1.300.000 esemplari.
La Mini nacque in un certo senso in Egitto. Nel 1956 l’intervento militare anglo-francese, per impedire la nazionalizzazione del canale di Suez, provocò la prima grande crisi petrolifera.
Il prezzo della benzina salì vertiginosamente e in Europa si pensò al razionamento della benzina e le automobili di grossa cilindrata furono da subito penalizzate.
Molto saggiamente Sir Leonard Lord, presidente della British Motor Corporation si rivolse a Issigonis, ormai famoso con la Minor 1000, affinché costruisse una nuova utilitaria, ma bisognava rispettare delle regole: spendere poco, realizzare il prototipo in sei mesi, impiegare un motore già in produzione. Per tutto il resto Issigonis avrebbe avuto carta bianca.
Coadiuvato da un equipe di sole otto persone, tra studenti ed ingegneri, si mise a lavoro. La legenda vuole che la forma definitiva della sagoma e del design dell’auto venne realizzata quando Sir Issigonis, cenando in un ristorante londinese, fece due schizzi su un tovagliolo. Era il marzo del 1957 e verso la fine di agosto i principali gruppi meccanici erano pronti per i collaudi con due prototipi differenti. Ma quel prototipo non si chiamava ancora Mini.
La vettura era identificata con numero di progetto AD015 oppure con il nome “New Market”, che identificava il nuovo segmento di mercato. Il nome MINI nacque per caso grazie ad un collaboratore di Issigonis ed ricevette subito ampio consenso all’interno dell’equipe.
I prototipi che vennero realizzati furono successivamente modificati ruotando il motore di 180 gradi in modo da rivolgere il collettore di aspirazione e il carburatore verso l’abitacolo in una posizione più calda.
La MINI fu presentata nell’estate del 1959. Inizialmente non ebbe grande successo. Il boom della Mini avvenne quando la vetturetta cominciò a circolare nella city londinese guidata da uomini d’affari, signori in guanti bianchi, giovani rampolli della buona società.
In poco tempo divenne una vettura di moda e che “guidava” la moda.
Tutto ciò che era piccolo, dalla gonna al campo da golf, dall’appartamento all’elettrodomestico, si chiamò MINI. Nel 1968, dieci anni dopo la sua presentazione, su dieci MINI, cinque venivano vendute alle signore.
Negli anni a seguire Issigonis creò degli altri modelli che potevano affiancare e/o sostituire la MINI ma quella rimase comunque un fenomeno incancellabile ed inimitabile.
La MINI era piccola fuori, grande dentro e anche regina dei rally. La MINI era davvero MINI, lunga soltanto 305 cm, come la nostra Fiat 126, con un’abilità infinitamente maggiore che era stata ricavata grazie alla disposizione anteriore del motore, alle ruote poste all’estremità della scocca, all’assenza di un tunnel che collegava la trasmissione alle ruote posteriori, che rese possibile anche l’uso del bagagliaio.
Il motore era un 4 cilindri in linea la cui cilindrata era stata ridotta a 848 cm cubi con cambio a 4 marce.
Nel 1961 arrivò la Cooper, versione sportiva con motore di 997 cc.